Errede contro protesta ANM: “Cittadini non credono più a favoletta tutela della democrazia”
Il magistrato Gianpiero Errede, noto per le sue posizioni critiche nei confronti della magistratura associata, torna a far sentire la sua voce con un post fortemente polemico sulla mobilitazione dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) contro la riforma della giustizia e la separazione delle carriere.
Nel suo intervento, Errede mette in discussione la narrazione che vede la magistratura schierata in difesa della democrazia e della Costituzione, sostenendo che i cittadini non credono più a questa versione dei fatti. Il magistrato dissidente fa riferimento ai commenti del pubblico agli articoli di stampa, evidenziando come molti italiani sembrino pensarla diversamente da quanto sostenuto dai sindacati della magistratura.
“I cittadini sono tutti idioti?”
Il tono del post è fortemente provocatorio. Errede si chiede se davvero i cittadini abbiano bisogno di sindacati e magistrati per capire gli effetti di una riforma in divenire, o se invece le proteste dell’ANM non siano solo un’azione corporativa, mirata a difendere lo status quo.
“Sono tutti idioti i cittadini? Tutti ignoranti tanto da necessitare di queste sindacali iniziative che spieghino loro gli effetti di una riforma?”, scrive Errede, denunciando la presunzione di chi pretende di “istruire” il popolo secondo una visione univoca della giustizia.
Il magistrato evidenzia poi un altro aspetto: i cambi di posizione all’interno della stessa magistratura, con alcuni che avrebbero sostenuto la separazione delle carriere per poi allinearsi alla posizione dell’ANM. Un segnale, secondo lui, di un sistema chiuso, che isola chi non si adegua al pensiero dominante.
Critiche alla mobilitazione dell’ANM
Errede non risparmia critiche anche sul modo in cui la protesta è stata organizzata. Sostiene infatti che siano stati “scomodati pensionati ed ex politici” per riempire le platee, cercando di dare un’immagine di compattezza della magistratura che, a suo dire, sarebbe più apparente che reale.
Ma il punto più duro arriva nel finale del suo intervento, dove mette in discussione l’utilità stessa della protesta:
“Il rispetto della Costituzione si fa applicandola tutti i giorni nel lavoro, rispettando in primis le libertà e le garanzie dei cittadini e non sventolandola.”
Secondo Errede, invece di dedicare intere giornate alle mobilitazioni, i magistrati avrebbero reso un servizio migliore alla giustizia rimanendo in ufficio a lavorare per dare risposte ai cittadini che da anni aspettano giustizia.
Uno scontro sempre più acceso
Le parole di Errede si inseriscono in un dibattito sempre più acceso all’interno della magistratura, con una frattura evidente tra chi sostiene l’ANM e chi invece ritiene che le proteste siano più una difesa di interessi interni che della democrazia e della giustizia per i cittadini.
Il post del magistrato dissidente solleva interrogativi scomodi su quanto la magistratura sia davvero indipendente nelle sue scelte e su quale sia l’effettiva percezione dell’opinione pubblica riguardo alla riforma della giustizia. Una discussione destinata a proseguire, con toni sempre più accesi.
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